Si tratta di un antico rito propiziatorio rappresentativo dei tradizionali culti arborei molto diffusi soprattutto nelle aree interne della Basilicata e della Calabria. Rappresenta, con un rituale chiaramente pagano della fertilità, l’incontro e la simbolica unione tra due piante, una di alto fusto, simbolicamente di sesso maschile (il Maggio), e l’altra di agrifoglio (la Cima) simbolicamente di sesso femminile. Come molti altre manifestazioni riconducibili ai culti arborei è stata poi integrata nei riti religiosi, fondendosi nel 1797 con la festa religiosa in onore del Patrono di Accettura, San Giuliano di Sora.
Chi partecipa alla festa assiste a qualcosa di davvero magico. E’ quasi d’obbligo avere con se una macchina fotografica per fissare i tanti momenti che si vivono nel corso della giornata clou del rito.
Infatti il culmine della festa si raggiunge nella Domenica della Pentecoste (che quest’anno ricade il 15 Maggio) il giorno in cui la Cima ed il Maggio si incontrano nella Piazza di Accettura provenendo dagli estremi opposti del territorio del Comune.
La Cima, una pianta di agrifoglio della lunghezza di quasi 10 metri, per altrettanti quintali di peso, arriva dalla foresta di Gallipoli Cognato a circa 15 km dal paese. Ii viaggio fino in paese avviene a piedi, in quasi 12 ore con la Cima trasportata a spalle dai “cimaioli” i ragazzi di Accettura. Durante il tragitto sono frequenti le soste, per mangiare un boccone o bere vino che serve per “dare la forza” ai portatori. Il vino viene bevuto direttamente a cannetta dagli “iascaridd”, botticelle di legno da qualche litro. Guai a rifiutare un invito a bere perché altrimenti si disonora il santo. Tutti possono portare l’agrifoglio, basta essere “sozzi”, di pari altezza al vicino, per non scaricargli addosso la maggior parte del peso.
Nel tardo pomeriggio finalmente la cima fa il suo ingresso in paese: tutti salutano i “cimaioli” trionfanti che terminano il loro percorso in piazzetta Bronzini, dove la Cima incontrerà per la prima volta il suo futuro sposo.
Il Maggio e gli altri tronchi sono trasportati in paese trainati da circa 50 coppie di buoi, animali allevati appositamente per la festa di proprietà delle diverse famiglie dei ‘maggiaioli’.
I buoi tirano i tronchi sui quali si trovano in un equilibrio piuttosto instabile i bovari, tra urla, fischi, comandi che si incrociano e spesso improperi tra i vari bovari per che guidano i buoi aggiogati a coppie lungo i tronchi da trasportare.
Uno spettacolo nello spettacolo sono i bambini in veste di bovari, in equilibrio sui tronchi o davanti ai buoi a guidare gli animali nelle manovre per rimettere i tronchi da trasportare nella giusta direzione lungo lo stretto sentiero nel bosco.
La marcia è “coordinata” dai suoni del fischietto , del “capo del Maggio” che scandisce le tante partenze e fermate del corteo del Maggio. Le fermate sono tante, perché non è facile coordinare lo sforzo dei buoi e degli uomini alla loro guida, ma anche perché si deve evitare di arrivare in paese troppo in anticipo sui ‘cimaioli’
Verso le 13.30 c’è la sosta più lunga e dopo la messa officiata nel bosco, c’è il pranzo all’aperto seguito da musica e balli. E’ un bel momento conviviale.
Poi si riprende il percorso, per arrivare in paese nel tardo pomeriggio. L’ultima emozione si vive quando i tronchi vengono fatti scendere, trainati dai buoi, lungo un pendio corto ma ripido che immette nel paese.
Il corteo sfila nella parte alta del paese, tra strade strette fino al corso centrale di Accettura, preceduto dalla banda.
Giunti nella piazza i “maggiaioli” si incontrano con i “cimaioli” ed il Maggio incontra la Cima.
La festa continua fino a tarda sera, con le donne del paese che offrono a tutti le “fritelle”, il vino
ed il suono della Banda della Bassa Musica di Accettura con i musicisti, ogni anno “agghindati” in modo diverso, guidati nelle loro performance dal capobanda che suona un clarinetto giallo.